A circa mezz’ora dall’Agriturismo Villa Marietta puoi andare alla scoperta di numerosi altri centri storici/rurali.
Con un panorama che spazia dalle colline al mare, puoi vivere l’atmosfera di una rilassante immersione nei verdi paesaggi naturali, abbinati ad una vacanza al mare o culturale con la vicinanza alle città di Fano, Pesaro, Urbino, Gradara, Mondavio e numerosi altri centri storici/rurali.
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Fano
Fano è un comune italiano di 61.200 abitanti della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche. La città, famosa per il suo carnevale, il più antico d’Italia, risulta essere la terza città per popolazione della regione Marche, dopo Ancona e Pesaro- è un comune italiano di 61.200 abitanti della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche. Fanum Fortunae in epoca romana, oggi stazione balneare assai frequentata e porto peschereccio fra i più importanti dell’Adriatico, Fano è il suo territorio conserva, infatti, un patrimonio culturale, storico e ambientale di prim’ordine.
Pesaro
Città bagnata dall’Adriatico, con i suoi patrimoni di ieri e di oggi, ha fatto e fa ancora oggi crescere e conquistare l’attenzione degli ospiti amanti di spiagge e arte. Visita d’obbligo al Teatro ottocentesco dedicato al Grande Gioachino Rossini, che come tutti gli anni nel mese di Agosto ospita il Rossini Opera Festival, da non perdere anche la sua casa natale sita nel centro storico. Oggi fanno parte del territorio comunale pesarese anche gli antichi castelli di Novilara (m.215) e Candelara (m. 204) con bella vista panoramica.
Mondavio
La rocca di Mondavio rappresenta una delle più importanti ed interessanti testimonianze dell’attività progettuale in campo militare di Francesco di Giorgio Martini nelle Marche. Venne costruita per commissione di Giovanni della Rovere, insieme ad altre rocche del ducato (Cagli, Cantiano, Fossombrone, Frontone, Sassocorvaro, Pergola, Mondolfo), e risale con ogni probabilità alla fase più tarda dell’attività dell’architetto senese, probabilmente al decennio 1482-1492. La costruzione rimase incompiuta per il ritorno dell’architetto Francesco di Giorgio Martini nella natia Siena e per la successiva concomitante morte sia del committente Giovanni della Rovere sia dell’architetto (1501). Nel 1631, alla morte dell’ultimo duca di Urbino (Francesco Maria II della Rovere), il ducato ritorna a far parte dello Stato della Chiesa e la rocca di Mondavio non avendo più scopi difensivi viene trasformata in carcere pontificio. Tale utilizzo continua anche dopo l’unità d’Italia fino agli anni quaranta del XX secolo.
Urbino
L’antica capitale del ducato montefeltresco (35 km da Pesaro) sorge sulla cima di due colli e lungo le loro pendici con i tetti delle case e delle chiese digradanti verso Porta Lavagine a nord-est e verso Porta Valbona a sud-ovest. È una delle maggiori mete del turismo artistico mondiale, per la sua storia e per i tanti monumenti e opere d’arte in essa contenuti. Ha origini antichissime, ma si ha documentazione solo a partire dal III secolo a.C., quando Urvinum Mataurense assunse la dignità di municipio romano (resti di mura e del teatro). La posizione strategica ne favorì il coinvolgimento nelle lotte che caratterizzarono il periodo feudale, quando si schierò dalla parte dei ghibellini e Antonio da Montefeltro, sedando a Roma una rivolta contro l’imperatore Federico Barbarossa, conquistò sul campo il titolo di conte e la carica di vicario imperiale di Urbino (anno 1155).
Grotte di Frasassi
Sono delle Grotte carsiche sotterranee che si trovano all’interno del parco naturale della Gola della Rossa e di Frasassi nel comune di Genga in provincia di Ancona. Sono una delle attrazioni più belle di tutto il territorio del centro Italia. Note per le stalattiti e stalagmiti, concentrazioni calcaree secolari, dalle differenti forme. Si caratterizzano per un insieme di percorsi sotterranei della lunghezza di circa 30Km, ma solo un 1,5Km sono aperti al pubblico suddivisi in tre percorsi (Turistico, Blu e Rosso). La temperatura al suo interno non supera mai i 14°C.
Gradara
La Rocca di Gradara e il suo Borgo Fortificato rappresentano una delle strutture medioevali meglio conservate d’Italia e le due cinte murarie che proteggono la Fortezza, la più esterna delle quali si estende per quasi 800 metri, la rendono anche una delle più imponenti. Il Castello sorge su una collina a 142 metri sul livello del mare e il mastio, il torrione principale, si innalza per 30 metri, dominando l’intera vallata. La fortunata posizione di Gradara la rende, fin dai tempi antichi, un crocevia di traffici e genti: durante il medioevo la Fortezza è stata uno dei principali teatri degli scontri tra le milizie dello Stato Pontificio e le turbolente Casate marchigiane e romagnole, mentre ai nostri giorni, grazie alla vicinanza dal mare, si trova subito nell’entroterra di una delle principali mete turistiche dell’Italia, la Riviera Marchigiano-Romagnola.
LA LEGGENDA
Amor, ch’al cor gentile ratto s’apprende,
prese costui della bella persona
che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.
Amor, ch’ha nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
I versi danteschi, commoventi e così carichi di passione, descrivono in modo superbo l’ardore amoroso e la tragedia dei due giovani amanti ferocemente uccisi, che la tradizione vuole abbia avuto come teatro il Castello di Gradara. Francesca da Polenta, figlia di Guido Minore, signore di Ravenna, sposò nel 1275 il figlio di Malatesta da Verucchio, signore di Gradara, Giovanni detto “Lo zoppo” o Giangiotto, in conformità con lo spietato gioco delle alleanze matrimoniali. Giangiotto era in quegli anni podestà di Pesaro e una legge dell’epoca proibiva al magistrato di portare con sé nella città amministrata la sua famiglia.
Francesca, dunque, molto probabilmente risiedeva a Gradara, sia per la vicinanza con Pesaro, una mezz’ora di cavallo, sia perché era una delle fortezze malatestiane più belle e sicure. Francesca, “donna di singolare grazia, e d’infinita beltàde”, era spesso sola per le prolungate assenze del marito e doveva senz’altro gradire le visite del bel Paolo, fratello di Giangiotto. Un giorno, però, i due giovani s’imbatterono in una lettura che segnerà il loro destino, la storia di Lancillotto e Ginevra: trasportati dalla passione dei due amanti letterari, Paolo e Francesca non riuscirono a trattenere il loro desiderio, e Paolo finalmente…la bocca mi baciò tutto tremante.Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:quel giorno più non vi leggemmo avante.I due amanti vennero sorpresi da Giangiotto che li trafisse entrambi con la spada. Dante collocherà Paolo e Francesca nel girone dei lussuriosi, condannandoli alla dannazione eterna ma anche all’eterna commemorazione, elevandoli a simboli dell’amore puro ed incondizionato.
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